Sogno proibito di una larga parte dell’universo maschile, bandiera indiscussa di femminilità, il seno è l’incarnazione del concetto stesso di maternità.
Molto più prosaicamente è una ghiandola. Anzi, un insieme di ghiandole.
Come è strutturato il seno?
Il seno è sostanzialmente formato da cute, grasso, ghiandole destinate alla produzione di latte e condotti per il suo trasporto all’esterno e tessuto di sostegno.
I lobuli, raccolti in gruppi tenuti insieme dai lobi, non sono altro che le ghiandole, a forma di sacco, preposte alla produzione del latte che scorre verso il capezzolo attraverso dei canali chiamati dotti.
Il capezzolo è esternamente circondato da un’areola; ambedue sono di colore più scuro rispetto alla cute circostante e forniti di tessuto muscolare che permette una loro contrazione come risposta ad uno stimolo.
La trasformazione del seno comincia negli individui di sesso femminile intorno all’età della pubertà, quando, a livello delle ovaie, si avvia la produzione di ormoni che stimolano l’estensione e la ramificazione dei dotti.
Ma…sic transit gloria mundi… gli anni passano ed arriva la menopausa. Le ovaie interrompono la produzione di ormoni, finisce il ciclo mestruale, la ghiandola mammaria intraprende un percorso involutivo: si riducono le dimensioni dei lobuli ed il tessuto adiposo, cioè il grasso, diviene la componente principale.
È del tutto legittimo “volersi bene”, adoprarsi per conservare al meglio “l’equipaggiamento in dotazione”, cercare di preservare nella forma migliore anche questo segno distintivo della nostra femminilità, questa parte di noi che ha nutrito una nuova vita. Esperienza e privilegio che non ha eguali, ma che certo lascia dietro di sé segni tangibili.
Certo lo sport, esercizi mirati di tonificazione e potenziamento, sarebbero la soluzione migliore. Ma può capitare che non se ne abbia il tempo, la voglia o la possibilità e allora si può prendere in considerazione l’idea di un dispositivo che ci aiuti, come, per esempio, un elettrostimolatore.
Come si usa un elettrostimolatore per il seno?
In generale, dal dispositivo principale si dipartono dei cavi; questi terminano con degli elettrodi che dovranno essere collocati in punti specifici sulla cute; in questo caso, sulla parte sopra al seno, in corrispondenza dei muscoli pettorali che lo sostengono.
Una volta scelto il tipo di trattamento a cui ci si vuole sottoporre fra quelli programmati a disposizione, si accende la macchina, ci si dispone in posizione comoda e si seleziona gradualmente l’intensità per dare modo al corpo di abituarsi.
Che tipo di risultati ci possiamo aspettare?
Di sicuro, questi dispositivi NON sono in alcun modo in grado di ingrossare il seno aumentandone la taglia.
Quindi possiamo aspettarci un seno più sostenuto, ma non più grosso!
Che tipo di impulsi vengono usati?
Generalmente impulsi elettrici a bassa intensità che vanno a migliorare la circolazione sanguigna apportando quindi più ossigeno e nutrienti e stimolando il rinnovamento cellulare. Sono impulsi che hanno basso impatto sulla cute riducendo l’insorgere di effetti collaterali.
Più recenti ed innovative sono le correnti G-Pulse che vanno ad agire sulla MICRO circolazione incrementando la sintesi proteica ed il metabolismo cellulare e riuscendo ad operare un micro lifting al seno e al décolleté.
Ci sono delle precauzioni da prendere?
Assolutamente si! Il seno, come abbiamo visto è un agglomerato di ghiandole, una parte molto delicata del corpo femminile.
Ad ogni macchinario è allegato un manuale d’uso con tutte le specifiche necessarie cui attenersi. Mai eccedere nei tempi di esposizione o nell’intensità degli impulsi. Ascoltiamo il nostro corpo ed adeguiamoci alla sua risposta.
Ci sono delle controindicazioni?
Assolutamente si! Tutti gli elettrostimolatori sono sconsigliati alle donne in gravidanza, ai portatori di pace maker, alle persone affette da particolari patologie.
La casistica è debitamente riportata nei manuali per l’utilizzo dei dispositivi.
Si può usare l’elettrostimolatore dopo una mastoplastica?
Questo è un caso che richiede il consiglio di un medico; preferibilmente di quello che ha compiuto l’intervento.
In generale però, risulta più utile praticare degli esercizi fisici mirati.
Concludendo
Gli elettrostimolatori, strumenti generalmente progettati per intervenire su svariate criticità, possono essere un ausilio anche in questo senso, ma se ne consiglia un uso parsimonioso ed accorto, dal momento che vanno ad agire su una parte abbastanza delicata.
La costanza e la pazienza verranno certamente premiate ma è bene, fin da subito, non aspettarsi risultati mirabolanti