Spesso risulta complicato orientarsi tra le diverse tecniche che la medicina riabilitativa e la fisioterapia ci mettono a disposizione. Oggi analizzeremo due di queste numerose pratiche: la magnetoterapia e l’elettrostimolazione, al fine di capire le differenze tra esse, i benefici e le controindicazioni di entrambe.
Magnetoterapia: per quali problematiche è indicata e come funziona
La magnetoterapia è considerata una metodologia appartenente alla medicina alternativa, e si fonda sull’idea che esponendo le cellule dei tessuti ossei e molli a dei campi magnetici queste possano ristabilire il proprio potenziale di membrana a riposo. Le cellule del nostro corpo possiedono di fatti un potenziale elettrico, chiamato appunto potenziale di membrana a riposo, che si altera in seguito ad un trauma o danno della cellula. L’alterazione di questo potenziale provoca un mal funzionamento della cellula che si pensa possa essere sanato proprio grazie alla biostimolazione cellulare provocata dalla magnetoterapia. Una volta che la cellula ha infatti riacquisto il proprio potenziale elettrico, essa riprende a funzionare normalmente e dunque è in grado di riparare gli eventuali danni subiti.
La tecnica della magnetoterapia si utilizza principalmente nel trattamento di fratture ossee, osteoporosi o dolori muscolari ed in generale per tutte quelle patologie che rientrano nei campi di interesse dell’ortopedia della traumatologia e della reumatologia. Nello specifico, a seconda della problematica che si intende trattare, è opportuno modificare la frequenza della magnetoterapia. La magnetoterapia a bassa frequenza ( 5 – 100 Hz) , favorendo l’assimilazione del calcio e quindi la calcificazione delle ossa, è indicata principalmente per il trattamento di fratture o osteoporosi. La magnetoterapia ad alta frequenza (18 – 900 MHz) stimola invece la circolazione sanguigna e allevia gli stati infiammatori, è dunque consigliata nel caso di dolori muscolari o di patologie come la sindrome del tunnel carpale.
Come avviene una seduta di magnetoterapia?
La magnetoterapia può essere certamente definita una pratica sicura ed indolore, ma è bene che sia uno specialista a sottoporvi a questa tipologia di trattamento. Il vostro fisioterapista per effettuare la magnetoterapia posizionerà sulle zone interessate delle fasce (di diversa forma e misura a seconda della zona da trattare) a cui sono stati applicati dei magneti. Quest’ultimi sono collegati tramite dei cavi ad una console, che calibra la potenza del campo magnetico a partire da i vostri parametri fisici (età,altezza,peso) precedentemente inseriti dal terapeuta. Una seduta di magnetoterapia può durare dai 20 ai 35 minuti ed avviene in completa autonomia, una volta posizionate le fasce e avviati i magneti non è infatti più necessario l’intervento dello specialista.
La magnetoterapia funziona?
Ad oggi il dibattito riguardo la concreta efficacia di questa procedura è ancora aperto e abbastanza complesso. Gran parte della comunità scientifica è ferma nell’asserire che la magnetoterapia non abbia alcuna utilità medico-terapeutica e che i benefici riscontrati nei pazienti non si fondino su alcuna prova scientifica ma siano semplicemente frutto del cosiddetto effetto placebo. Questa parte dell’opinione medica si dimostra in disaccordo con l’efficacia della terapia poiché convinta che nessun tipo di campo magnetico si in grado di agire o modificare l’attività delle cellule del nostro corpo.
Altre ricerche e diversi studi clinici affermano però il contrario, rivendicando i risultati ed i benefici di varia natura ottenuti con la magnetoterapia proprio a partire dalle modificazioni che i campi magnetici producono a livello biologico-cellulare.
Elettrostimolazione: che cos’è e a cosa serve
L’elettrostimolazione è una tecnica fisioterapica oramai largamente consolidata. Nata negli anni ’70, è principalmente utilizzata per il trattamento di quegli stati di ipotrofia muscolare che si manifestano per esempio successivamente ad un lungo periodo di inattività o immobilità a causa di un infortunio o simili. Produce anche degli effetti antinfiammatori e attraverso questa pratica è possibile restituire tonicità al muscolo e rassodarlo. L’elettrostimolazione prevede l’applicazione di alcuni elettrodi sul corpo del paziente, che, collegati ad uno specifico macchinario, inviano una serie di impulsi elettrici alla fascia muscolare interessata. Questi impulsi raggiungono la placca motrice della fibra muscolare che si attiva provocando la contrazione del muscolo. Gli impulsi elettrici possono essere generati con diversa intensità e frequenza ed anche la durata del trattamento è variabile a seconda delle necessità.
Campi e modalità di somministrazione dell’elettrostimolazione
L’efficacia di questo trattamento dipende in larga misura dalle caratteristiche e dalla qualità del macchinario che viene utilizzato. Anche nel caso dell’elettrostimolazione è necessario che ad effettuarla sia uno specialista, principalmente perché sarà in grado di applicare correttamente gli elettrodi e selezionare il programma più opportuno a seconda della vostra problematica. In base dunque al programma selezionato le sedute possono variare dai 20 ai 60 minuti.
Questa tipologia di trattamento negli anni è stata utilizzata anche in altri campi oltre a quello della medicina riabilitativa. Ha trovato applicazione anche nel mondo dello sport ed in quello dell’estetica, con risultati più o meno discutibili. Pur provocando una serie di benefici per il tono muscolare ed essendo in grado di accelerare il drenaggio di liquidi e la combustione dei grassi, l’elettrostimolazione non può sostituire l’ attività fisica.
Magnetoterapia ed elettrostimolazione: controindicazioni ed effetti collaterali
Entrambi questi trattamenti sono assolutamente sconsigliati in presenza di diverse condizioni:
- Portatori di pacemaker o di un defibrillatore cardiaco impiantabile
- Donne in stato di gravidanza
In particolare l’elettrostimolazione non può essere eseguita su individui affetti da epilessia o che presentino lesioni o ferite aperte.
Tutti e due questi trattamenti, se eseguiti in sicurezza e per mano di personale specializzato, non comportano effetti collaterali e risultano indolori. È opportuno non eccedere nella somministrazione del trattamento. Nel caso dell’elettrostimolazione, ad esempio, se effettuata più del dovuto o nel caso in cui se ne modifichi la programmazione, si rischia di affaticare eccessivamente la muscolatura e di incorrere in dolori muscolari.
Conclusioni: quale trattamento scegliere e perché
Come anticipato le tecniche della magnetoterapia e dell’elettrostimolazione adempiono a funzioni differenti, dunque è opportuno optare per l’uno o per l’altro in base alle proprie problematiche e necessità. Per quanto riguarda l’efficacia e la concretezza dei risultati ottenuti, la questione della magnetoterapia è controversa e ampiamente discussa, soprattutto in virtù dei costi elevati di questo trattamento. L’elettrostimolazione invece, nel campo della riabilitazione, può considerarsi una tecnica ampiamente affidabile.