L’elettrostimolazione è una tecnologia che, oggigiorno, ha tre campi d’applicazione principali: sportivo, fisioterapico ed estetico.
L’applicazione di corrente al corpo umano per fini terapeutici pare risalga ai romani che utilizzavano le scariche prodotte dalle torpedini per curare alcune malattie.
Nel corso dei secoli, molti sono stati gli scienziati che si sono dedicati alla stimolazione nervosa meccanica, primo fra tutti Luigi Galvani, fino ad arrivare agli inizi del 1900, quando si effettuarono le prime applicazioni sul muscolo di correnti modulate quanto a quantità, intensità e durata di esposizione.
Le olimpiadi di Montreal del 1976 decretarono poi la diffusione su larga scala di questa tecnica quando ne fu ufficializzato l’uso da parte della squadra olimpionica sovietica come complemento alla loro preparazione atletica.
Che cosa è l’elettrostimolazione?
Cos’è e come funziona un elettro stimolatore?
Il macchinario agisce in vece del cervello, gli elettrodi del sistema nervoso centrale.
A che cosa serve questa tecnologia?
Fondamentalmente, serve a stimolare e mantenere il trofismo muscolare.
Tre sono i principali campi di applicazione di questa tecnica: sportivo, fisioterapico ed estetico.
In campo sportivo:
A livello basico, la stimolazione del muscolo comporta un incremento di afflusso di sangue nella zona, quindi di ossigeno, risultando in una migliore capillarizzazione.
Aumentando temperatura e metabolismo muscolare migliorano le condizioni per affrontare un lavoro, quindi l’elettrostimolazione in questo caso può funzionare da preparazione ad un allenamento.
Similmente, dopo un lavoro, può risultare risolutiva nel recupero.
Programmi più specifici permettono di potenziare la forza massimale, la forza resistente e quella esplosiva necessarie rispettivamente in sport che richiedano espressioni di forza, sforzo per tempi prolungati e attivazione repentina del maggior numero possibile di fibre muscolari.
Si può anche allenare la velocità di contrazione del muscolo e la sua capacità di resistenza a sforzi prolungati nel tempo.
In campo fisioterapico:
La TENS (Transcutaneous Electrical Nerve Stimulation) è una pratica comunemente usata per il trattamento del dolore in caso di epicondilite, lombalgia, artite, cervicalgia, tendinite. Le microcorrenti vengono invece impiegate per facilitare la guarigione da fratture ed il recupero di cicatrici e ferite.
Le correnti di Kotz, inizialmente finalizzate al potenziamento muscolare, sono oggi adoperate in caso di trapianti e, più di recente, contro la scoliosi.
La Stimolazione Elettrica Funzionale serve al recupero della lassità muscolare ed è risolutiva, per esempio, in caso di incontinenza, andando a rinforzare l’impianto muscolare del pavimento pelvico.
Da lungo tempo poi ci si avvale dell’elettrostimolazione per contrastare fenomeni degenerativi del muscolo in pazienti costretti a lunghe degenze ed immobilità.
Quando è combinata con il calore dei raggi infrarossi, l’elettrostimolazione può avere un effetto massaggiante e antalgico rispetto a dolori cronici, spesso causati da posture scorrette.
In campo estetico:
La stimolazione del muscolo ne aumenta il tono e quindi il volume: ecco che, a livello estetico, va a riempire e rimpolpare zone svuotate e cadenti come le guance.
L’aumento del flusso sanguigno indotto dalla manipolazione comporta una migliore ossigenazione; quando le onde riescono a raggiungere i fibroblasti, nello strato intermedio e più profondo del derma, li spronano a produrre nuovo collagene, proteina fondamentale per l’elasticità dei tessuti.
Il risveglio delle attività cellulari contrasta l’accumulo di adipe, quindi anche la cellulite, andando a smuovere la linfostasi. La sinergia con i raggi infrarossi consente di ottimizzare i risultati, poiché anche il calore da questi prodotto favorisce l’eliminazione dell’adipe e la produzione di nuovo collagene.
Chi può usare l’elettrostimolazione?
Quanto sopra riportato non deve indurre a credere che l’elettrostimolazione sia esclusivo appannaggio di sportivi dal fisico scultoreo, o persone con patologie più o meno gravi o ossessionate dai loro inestetismi.
In realtà, l’elettrostimolazione è adatta per la stragrande maggioranza degli individui: sportivi non necessariamente olimpionici che desiderino “continuare” l’allenamento a casa o definire qualche muscolo particolare; persone che abbiano bisogno di recuperare da un infortunio o sentano il bisogno, dopo una giornata di lavoro, di un massaggio rilassante o decontratturante che gli elimini quel fastidioso dolorino, donne e uomini che abbiano piacere di migliorare il loro aspetto fisico, dichiarando guerra a qualche accumulo adiposo o stirando qualche rughetta.
Quanto costa un elettro stimolatore?
Il ventaglio dei prezzi è ampio quanto quello delle finalità. Ciò che incide, maggiormente è lo spettro delle funzioni e la varietà dei programmi pre-impostati o lasciati liberi per essere personalizzati, presenti in un dispositivo.
In linea di massima, il prezzo sale proporzionalmente al numero dei programmi specifici disponibili e ai campi di applicazione; all’utilizzo di una tecnologia wireless piuttosto che di cavetti e, infine, al numero dei canali che utilizza.
Calcolando che una seduta in media ha una durata di circa 20/30 minuti, è bene valutare attentamente l’opportunità di poter agire su più fasce muscolari nella medesima sessione.
Quindi come procedere per una scelta soddisfacente?
Una ragionevole base di partenza potrebbe essere l’attenta valutazione degli obiettivi per cui si sta prendendo in considerazione l’acquisto di un elettrostimolatore: se ci serve un frullatore è inutile portarsi a casa un’astronave! Il rischio è di smarrirsi fra programmi, funzioni e correnti col risultato di impacchettare il macchinario dopo un paio di tentativi ed archiviarlo in cantina.
Adottare l’uso di un elettrostimolatore per eliminare quel fastidioso dolore che ci tormenta, per attenuare quella ruga d’espressione che non ci piace o per coadiuvare i nostri sforzi ginnici potrebbe funzionare anche da stimolo per il nostro entusiasmo e migliorare il nostro stato d’animo.





