Lo sport è un ambito in cui l’elettrostimolazione trova largo impiego, anzi, a volerla dire proprio tutta, questa tecnica è nata e si è evoluta proprio partendo da qui.
Pare comunque che già gli antichi romani avessero intuito i benefici terapeutici della corrente tanto da usare le scariche prodotte dalle torpedini per curare alcune malattie, come per esempio la gotta.
Secoli dopo, Luigi Galvani compì studi approfonditi sulla stimolazione nervosa e spianò la strada ad altri studiosi dopo di lui che misero a punto i primi prototipi di elettrodi a scopo terapeutico.
Risalgono agli inizi del ‘900 le prime applicazioni che correlavano la struttura del muscolo con la quantità di corrente somministrata, la sua intensità e la durata di esposizione.
Ma solo negli anni ’70 l’elettrostimolazione fece il suo ingresso ufficiale nel mondo dello sport professionistico con finalità terapeutiche e come integrazione alla preparazione atletica: nel 1976, in occasione delle olimpiadi di Montreal, fu la squadra degli atleti della ex URRS che vi fece ricorso, conseguendo risultati lusinghieri.
La consistenza del medagliere sovietico a fine giochi decretò la diffusione e l’enorme successo di questa nuova tecnologia la cui pubblicità dilagò su ogni mezzo di comunicazione allora disponibile.
Che cosa aveva di innovativo questa tecnologia?
Fu il Dr. Yadov Kotsha, preparatore atletico della squadra sovietica, che, per primo, utilizzò degli stimoli elettrici, che da lui presero il nome di correnti di Kotz, per potenziare il tono muscolare dei suoi atleti. Da lì a comprendere che, modulando l’intensità delle onde, si potevano ottenere anche altri benefici, il passo fu breve.
Rispetto ad altre correnti, quella di Kotz agisce più in profondità, con un maggior coinvolgimento muscolare, risultando più tollerabile.
Quali muscoli possono essere elettro stimolati?
- muscoli scheletrici
- muscoli lisci o involontari
- muscolo cardiaco
I muscoli scheletrici fungono da collegamento fra le ossa, rivestono lo scheletro, permettono la locomozione e da loro dipende la postura.
Vengono definiti volontari perché possono essere controllati consapevolmente, anche se spesso si contraggono per via riflessa in opposizione ai loro antagonisti.
Hanno una struttura a bande che li rende noti anche come muscoli striati.
Sono i muscoli che reagiscono e sono perciò allenabili tramite elettrostimolazione.
Come si contrae un muscolo?
Questo tipo di muscoli consta di numerose fibre che vanno da tendine a tendine, tramite i quali si innestano sulle ossa.
A loro volta le fibre contengono altri elementi filiformi, le miofibrille, costituite da elementi cilindrici ancora più piccoli, i sarcomeri, responsabili della contrazione del muscolo.
Un impulso elettrico che raggiunga il muscolo penetra fino all’interno dei sarcomeri provocando una reazione chimica che, di fatto, si traduce in una contrazione.
Come agisce l’elettrostimolazione sul muscolo?
Nello specifico, lo stimolo parte dall’elettrostimolatore e, attraverso dei cavi, arriva agli elettrodi posizionati sull’area muscolare che si intende trattare; questi trasmettono la “scossa” provocando la contrazione.
Subito dopo la “scossa”, il muscolo tende a ritornare alla posizione di riposo.
Se invece le stimolazioni si susseguono con una velocità tale da rendere indistinguibile ogni stimolo dal successivo, il muscolo si contrae, indurendosi. Diverso è il tipo di stimolazione, diverso sarà il risultato.
I muscoli scheletrici, che, come abbiamo visto, sono quelli su cui può agire l’elettrostimolazione sono composti da due gruppi principali di fibre:
- Fibre di tipo I – di colore rosso a contrazione lenta: sono molto resistenti alla fatica poiché attengono al mantenimento della postura; essendo preposte ad attività prolungate, sono molto capillarizzate.
Svolgono un ruolo primario in sport di resistenza come corsa, ciclismo, nuoto, fondo
- Fibre di tipo II – di colore bianco a contrazione rapida: sviluppano la forza, la potenza ma non riescono a sostenere a lungo lo sforzo.
Entrano in gioco nelle attività che richiedono forza esplosiva e nelle attività sportive di potenza: sprint, lanci, salti
I due macro gruppi di fibre sopra descritti si trovano variamente distribuiti nei muscoli, anche se può capitare che alcuni siano per lo più composti da fibre di un solo tipo.
Quali tipi di corrente vengono solitamente usate e a che scopo?
Le correnti usate possono variare da un dispositivo ad un altro, ma generalmente sono:
- DENERVATO – usate esclusivamente contro i fenomeni degenerativi
- INTERFERENZIALI – a bassa frequenza, penetrano in profondità con effetti antalgici
- FES – rinforzano il pavimento pelvico, contrastano l’incontinenza
- MICROCORRENTI – a bassa intensità, possono guarire fratture, cicatrici e ferite
- TENS – trattano il dolore in caso di lombalgie, tendiniti, artrite, cervicalgia ecc.
- EMS – sono risolutive, in campo fisioterapico, per scopi riabilitativi; migliorano la forza e la resistenza, in ambito sportivo
- KOTZ – a media intensità, agiscono in profondità trattando l’ipotrofia muscolare ed il potenziamento del muscolo. Usate nei trapianti e, fatto abbastanza recente, contro la scoliosi
Con che finalità possono essere impiegate in campo sportivo?
Le ultime due categorie sono quelle che più da vicino interessano e riguardano gli sportivi, intendendo con questo, fisici mediamente ben allenati.
Deve infatti essere assolutamente chiaro che, in nessun caso, l’uso di questi apparecchi può sostituire una sana attività sportiva ed un serio programma di allenamento per il conseguimento di una buona forma fisica.
Diciamo che questi dispositivi possono rifinire, pennellare, un’attività fisica già di per sé abbastanza completa andando a:
- massimizzare la forza
- sollecitare parti non facilmente raggiungibili da un normale allenamento
- essere complementari nella fase di riscaldamento e, successivamente, di defaticamento
- rifinire la preparazione atletica
- sollecitare elasticità e tono muscolare
- agevolare il recupero da un eventuale infortunio
Se ci muoviamo con disinvoltura fra i concetti di intensità minima (reobase), durata dello stimolo (cronassia) e accomodamento dei tessuti (tendenza che questi hanno ad assuefarsi ad uno stimolo ripetuto per cui diventa necessario elevarne la soglia per avere una risposta), possiamo impostare da soli il dispositivo, personalizzandolo in base alle nostre specifiche esigenze. Diversamente, gli elettrostimolatori attualmente in commercio sono già provvisti di una vasta scelta di programmi pre-impostati.
Per quanto riguarda il settore sportivo, questi coprono un ampio spettro di preparazioni, essendo già calibrati nei parametri: tempo di esposizione, intensità e frequenza dello stimolo, ecc.
Ecco uno schema dei programmi principali:
| PROGRAMMA | EFFETTI | UTILE PER… |
| CAPILLARIZZAZIONE | Incrementa l’apporto di sangue al muscolo, quindi migliora l’ossigenazione dei tessuti e la resistenza | Consigliato nel primo periodo di preparazione fisica o negli sport che richiedono resistenza |
| RISCALDAMENTO | Aumenta temperatura e metabolismo muscolare migliorando le condizioni per affrontare un lavoro | Consigliato in preparazione ad un allenamento |
| RECUPERO | Dopo un allenamento o una gara consente un migliore recupero | Consigliato per tutti gli sport, in particolar modo per quelli che prevedono più sedute |
| FORZA MASSIMALE | Migliora la capacità di forza massimale aumentando la massa muscolare e riducendo il rischio di traumi | Consigliato per abituare la muscolatura a ricevere sollecitazioni importanti e come integrazione ad allenamenti che richiedono espressioni di forza |
| FORZA RESISTENTE | Migliora la capacità di resistenza ad uno sforzo prolungato | Consigliato per gli sport che richiedono lavoro per tempi prolungati. Utile anche ad integrazione dell’allenamento abituale |
| FORZA ESPLOSIVA | Serve per attivare il maggior numero possibile di fibre muscolari nel tempo più breve: forza/velocità | Consigliato per gli sport che richiedono una forza esplosiva: corsa, salto |
| REATTIVITÀ | Aumenta la velocità di contrazione | Consigliato per sport che prevedono rapide accelerazioni e capacità reattive come basket, combattimento, corsa |
| DECONTRATTURANTE | Implementa la circolazione favorendo il rilassamento muscolare | Consigliato quando si desideri o si abbia necessità di rilassare una parte |
A completare il panorama possono aggiungersi anche sessioni mirate ad incrementare la capacità di resistenza ad uno sforzo prolungato nel tempo (resistenza aerobica) o a tonificare e rassodare un determinato gruppo muscolare.
Concludendo
Tutto ciò premesso, la scelta di un elettrostimolatore deve partire dagli obiettivi che intendiamo conseguire adottandone l’uso. L’ampiezza del ventaglio di applicazioni e la gamma dei programmi pre-impostati avranno il loro peso sul costo finale, così come il livello della tecnologia impiegata. A prescindere dalla dimestichezza che possiamo avere o meno del settore, ci permettiamo consigliare di indirizzare la preferenza verso un dispositivo di facile lettura ed utilizzo.
Non ci stanchiamo tuttavia di ribadire che, questo genere di apparecchi, in nessun caso, può sostituire la pratica sportiva.
Su di un fisico allenato può produrre dei risultati a rifinitura di un lavoro consistente fatto in precedenza, richiedendo in ogni caso costanza e pazienza.
Tutte le limitazioni e CONTROINDICAZIONI all’uso di questi apparecchi devono essere opportunamente riportati dalla casa produttrice





